FUTURISMO 1909-2009 - VELOCITA'+ARTE+AZIONE
MILANO PALAZZO REALE, 6 FEBBRAIO - 7 GIUGNO 2009
Lungo gli anni Venti, in un’Europa impegnata nella ricostruzione e nella riconversione industriale dopo la Grande Guerra, il Futurismo si pone in piena e stretta concordanza con le altre avanguardie europee, contribuendo a mantenere aperta una dimensione internazionale dell’arte italiana anche negli anni bui dell’affermazione del fascismo.
Mentre Depero, che già aveva inaugurato il filone dell’arte meccanica, prosegue su questa strada, al pari di Balla, Prampolini, Pannaggi, Paladini, i futuristi torinesi, Fillia, Diulgheroff, Farfa, Mino Rosso, tengono alto e vivo il dibattito teorico, formulando opere esemplari di questa temperie meccanica e del nuovo culto della macchina, ora intesa come “idolo” dispensatore di rigore geometrico e di nitore formale.
ENRICO PRAMPOLINI, La geometria della voluttà, 1923 ca.
Olio su tela; 100x150 cm
Lugano, collezione privata
NICOLAJ DIULGHEROFF, L’uomo razionale, 1928
Olio su tela; 113,5x99 cm
Collezione privata
BENEDETTA, Velocità di motoscafo, 1919-1924
Olio su tela; 70x110 cm
Roma, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, © Comune di Roma, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea